
venerdì 30 dicembre 2011
venerdì 9 dicembre 2011
venerdì 11 novembre 2011
BYE BABY SUITE di Chiara Guarducci
BYE BABY SUITE (c/o Hotel Patria, Via Crispi - 8 Pistoia)
domenica 6 novembre 2011
Guido Ceronetti
sabato 5 novembre 2011
venerdì 21 ottobre 2011
venerdì 14 ottobre 2011
mercoledì 7 settembre 2011
Una pièce per "guardare avanti"

regia di Alberto Santos
Teatro 7 Via Benevento, 23 Roma
mercoledì 10 agosto 2011
martedì 28 giugno 2011
Carlo Ritorni 1825
venerdì 29 aprile 2011
sabato 9 aprile 2011
"O.W. come Oscar Wilde". Recensione di Claudia Placanica
"C’è una sola cosa per me adesso, l’umiltà assoluta: così come c’è una sola risorsa per te, di nuovo l’assoluta umiltà … E’ l’ultima cosa che mi sia rimasta, e la migliore di tutte; la scoperta finale a cui sono giunto". Che fortuna che qualcuno – e non un qualcuno a caso - abbia già svolto questo lavoro "sporco" per noi: vivere e conoscere. Sperimentare ed esplorare se stessi e la realtà fino alle estreme conseguenze . Nelle parole che Wilde aveva destinato a quel compagno che lo aveva fatto finire nei guai, ci sono tutta la saggezza e la lucidità percettiva prodotta, non da un dato anagrafico, ma dalla sedimentazione e dalla memoria dei significati delle singole circostanze. Sembra quasi incompatibile, questo Wilde dimesso e contenuto, con quello divulgato ad uso e consumo del pubblico. Qui si avverte quello spleen a lui coevo a cui però egli non aderì mai. E lo spettacolo O.W. come Oscar Wilde, proposto al Bolognini il 31 marzo, ci ha messi di fronte a questa impietosa visione. Il "De profundis" appare come un testo strategico sia per un pubblico giovane che per uno meno giovane. Se Oscar Wilde, scavando dentro se stesso in profondità, riesce ad esprimere l’amarezza, la delusione e lo scoramento dell’individuo maturo seppur sempre in maniera controllata e raffinata; l’evocazione del suo compagno Alfred, interlocutore del testo di Wilde, richiama il mondo effimero e quasi opposto dell’universo giovanile. La voce e la misurata gestualità di Gloria Biondi veicolano in maniera preziosa i sentimenti e le riflessioni dell’autore irlandese restituendone intatta l’anima sobria ma travagliata. Mai si indulge alla tentazione del gesto ieratico, mai si indugia su un’espressione o su un atto. Anche il processo è uno dei momenti più riusciti: il timbro e l’intonazione di Andrea Sbrinci e il piglio arrogante ma intellettualmente sottomesso di Stefania Biagioni sembrano le coordinate recitative più adatte a dar forma al monstrum giudiziario. Francesca Spampani non riconquista il suo Dorian, ma commuove il pubblico, perché, in fondo, è solo una volta che non è piaciuta la sua Sibyl; mentre Raffaele Totaro, adeguatamente sprezzante, dà corpo al personaggio di Dorian Gray. Lo spazio scenico è risultato efficacemente saturato dai pochi orpelli e dai movimenti del team Electra.
mercoledì 2 febbraio 2011
personaggi, l'uso della voce e la gestualità misurata, ma espressiva. E' uno
spettacolo non facilissimo, perciò penso quanto lavoro ci sia dietro.Bella
la regia, la scelta delle musiche e le luci molto funzionali. Mi è piaciuta
la scelta di tenere i personaggi " a vista". Anche i costumi ben indovinati."
Lina Corsini Totola
COMPAGNIA GIORGIO TOTOLA
VERONA