venerdì 30 dicembre 2011

venerdì 9 dicembre 2011

venerdì 11 novembre 2011

BYE BABY SUITE di Chiara Guarducci

diretto e interpretato da Alessia Innocenti
Centro Culturale Mobilità delle Arti



Il platino dei capelli è l'unica nota che distanzia la Diva dall'interprete. La disperazione, l'erotismo, la grazia fanciullesca, l'innocenza perduta, la sinuosa femminilità sono le stesse. Immergersi nell'ovattata suite dell'Hotel Patria tra letti sfatti e amori finiti, restituisce tutta l'atmosfera, il significato, la passione degli ultimi attimi di una vita vissuta tra disillusione e mai saziato bisogno di esistere negli occhi di un altro, non come attrice, ma come donna. Suggerisco vivamente la visione della pièce, breve, intensa, struggente, difficilmente obliabile. Lo spettacolo è fatto di "niente", solo la fisicità, la voce, la bravura, le luci, ne fanno un esempio di come sia possibile portare in scena un evento senza dover ricorrere a finanziamenti, talvolta immeritati.



gt.



TEATRO MANZONI - PISTOIA prenotazioni 0573 991609 - 27112
BYE BABY SUITE (c/o Hotel Patria, Via Crispi - 8 Pistoia)

domenica 6 novembre 2011

Quel che si ruba lì è il disincanto, la fine dei trionfi, una sapienza di vivere e un'arte di morire, qualche gesto per staccare subito il bene dal male, il vero dal falso, a una scuola di verità se ne assume l'impronta, tutto in quei grovigli catartici insegna a non credere con facilità, tutto grida, diffida, rifiuta, e così che finirà, e questo scetticismo incandescente, raffredatosi formerà un'invincibile corazza, e le scolastiche della morte non passeranno.
Guido Ceronetti

sabato 5 novembre 2011

Prossimamente: "Dialogo" di N. Ginzburg

Priscilla Baldini

Andrea Gonfiantini

venerdì 21 ottobre 2011

venerdì 14 ottobre 2011

mercoledì 7 settembre 2011

Una pièce per "guardare avanti"






Esagera Produzioni di Marco Cavallaro

presenta


"C'era una volta un re ..."

di Giovanna Chiarilli

regia di Alberto Santos

Teatro 7 Via Benevento, 23 Roma


12,13 e 14 settembre

ore 21,00








mercoledì 10 agosto 2011

martedì 28 giugno 2011

... Si raccoglie popolo nel teatro in una ben ordinata pubblica adunanza, sotto gli occhi delle Autorità e questa unione giova a formar legami di Società, promuove educato conversare; coltiva gli spiriti co' morali e ameni soggetti che dalla scena si offrono ad altrui istruzione e diletto ...
Carlo Ritorni 1825

venerdì 29 aprile 2011

sabato 9 aprile 2011

"O.W. come Oscar Wilde". Recensione di Claudia Placanica



"C’è una sola cosa per me adesso, l’umiltà assoluta: così come c’è una sola risorsa per te, di nuovo l’assoluta umiltà … E’ l’ultima cosa che mi sia rimasta, e la migliore di tutte; la scoperta finale a cui sono giunto". Che fortuna che qualcuno – e non un qualcuno a caso - abbia già svolto questo lavoro "sporco" per noi: vivere e conoscere. Sperimentare ed esplorare se stessi e la realtà fino alle estreme conseguenze . Nelle parole che Wilde aveva destinato a quel compagno che lo aveva fatto finire nei guai, ci sono tutta la saggezza e la lucidità percettiva prodotta, non da un dato anagrafico, ma dalla sedimentazione e dalla memoria dei significati delle singole circostanze. Sembra quasi incompatibile, questo Wilde dimesso e contenuto, con quello divulgato ad uso e consumo del pubblico. Qui si avverte quello spleen a lui coevo a cui però egli non aderì mai. E lo spettacolo O.W. come Oscar Wilde, proposto al Bolognini il 31 marzo, ci ha messi di fronte a questa impietosa visione. Il "De profundis" appare come un testo strategico sia per un pubblico giovane che per uno meno giovane. Se Oscar Wilde, scavando dentro se stesso in profondità, riesce ad esprimere l’amarezza, la delusione e lo scoramento dell’individuo maturo seppur sempre in maniera controllata e raffinata; l’evocazione del suo compagno Alfred, interlocutore del testo di Wilde, richiama il mondo effimero e quasi opposto dell’universo giovanile. La voce e la misurata gestualità di Gloria Biondi veicolano in maniera preziosa i sentimenti e le riflessioni dell’autore irlandese restituendone intatta l’anima sobria ma travagliata. Mai si indulge alla tentazione del gesto ieratico, mai si indugia su un’espressione o su un atto. Anche il processo è uno dei momenti più riusciti: il timbro e l’intonazione di Andrea Sbrinci e il piglio arrogante ma intellettualmente sottomesso di Stefania Biagioni sembrano le coordinate recitative più adatte a dar forma al monstrum giudiziario. Francesca Spampani non riconquista il suo Dorian, ma commuove il pubblico, perché, in fondo, è solo una volta che non è piaciuta la sua Sibyl; mentre Raffaele Totaro, adeguatamente sprezzante, dà corpo al personaggio di Dorian Gray. Lo spazio scenico è risultato efficacemente saturato dai pochi orpelli e dai movimenti del team Electra. Giuseppe Tesi ha svolto un atto maieutico con la preparazione del suo staff di attori, dando loro modo di crescere nell’ambito di questo spettacolo che, con l’interpretazione al Bolognini, viene allestito da ormai 1 anno e mezzo. E l’ultima interpretazione è decisamente la migliore, quella che dimostra come tutto il team sia riuscito a tirar fuori il meglio. Le coreografie, i costumi, le musiche, le luci e il trucco definivano bene quello spleen che avvolgeva i testi scelti che mostravano l'inadeguatezza dell’establishment europeo dell’epoca, ma che, inevitabilmente rinviano a quello di oggi. In fondo l’esperienza e il dolore menzionati da Wilde nel "De Profundis" e altrove hanno contribuito a rendere questo mondo un tantino migliore e a rifiutare tutto ciò che si vuole imporre per la forza della tradizione. Lo spettacolo diretto da Tesi si inserisce nell’alveo di chi combatte con le proprie armi, quelle che sa usare, perché niente sia scontato.


mercoledì 2 febbraio 2011

"Ho apprezzato molto lo spettacolo per l'interpretazione intensa dei
personaggi, l'uso della voce e la gestualità misurata, ma espressiva. E' uno
spettacolo non facilissimo, perciò penso quanto lavoro ci sia dietro.Bella
la regia, la scelta delle musiche e le luci molto funzionali. Mi è piaciuta
la scelta di tenere i personaggi " a vista". Anche i costumi ben indovinati."

Lina Corsini Totola
COMPAGNIA GIORGIO TOTOLA
VERONA