domenica 26 ottobre 2014

"Maledetto nei secoli dei secoli l'amore"



Teatro Bolognini Pistoia ,  dal 22 ottobre al 2 novembre 2014

"Non è la nostra tempra che è così forte ... Il nostro cuore è fortissimo. E’ forte perché aspetta sempre. Cosa aspetti non si sa … è sanissimo. Ingoia tutto, manda giù tutto, i distacchi, la solitudine, i veleni, i pensieri angosciosi, gli anni orribili. E’ il cuore che è forte … il cuore" . La riflessione di Natalia Ginzburg, potrebbe spiegare e chiosare lo spettacolo portato in scena da una Valentina Sperlì disincantata, determinata e tuttavia non priva di candore. La regia incisiva di Renata Palminiello, di un testo non conosciutissimo di Carlo D’Amicis , egregio per qualità di scrittura e argomento fanno sì che l’ultima produzione dell’Associazione Teatrale Pistoiese con estrema semplicità di realizzazione risulti una delle migliore degli ultimi anni. Una donna, Lady Mora, professione chiromante, si trova al capezzale del letto del cugino negli ultimi istantiunica erede e testimone di una vita passata in un quartiere popolare romano, Centocelle. La scena vuota, la scenografia di Tobia Ercolino asettica, le luci di Emiliano Pona fredde, unico sottofondo il battito cardiaco, ospitano un’infinità di personaggi che Valentina riesce a farci vedere, grazie a suoi gesti ben misurati, ad una voce ben dosata, ad una sensualità ironica e superba. E’ il palpito, la confessione di una amore parentale proibito, non consumato, respinto, ma profondamente desiderato nei meandri del cuore, di lei professionista dell’occulto, maga del popolo, che solo nell’atto finale , riesce a confessare e a tradurre quel sentire che sino allora aveva visto negli occhi degli altri, prediligendolo per mestiere, ma mai compiutamente vissuto. All’apice della piéce la splendida voce di Mina con "Un estate fa" trasmessa dal cellulare che la donna fa emergere nello spazio vuoto, riportano il discorso lontano, alla stagione prima , quanto lei respinge la favola, che adesso la fa vivere. A Lady Mora non resta che addormentarsi vicino al cugino sognando ciò che poteva essere e non è stato.

I monologhi sono rischiosi da portare in scena , hanno scarsa attitudine commerciale, di solito non attirano l’attenzione dei grandi circuiti. Questo lavoro coraggioso, con la sua originalità si è imposto nella sonnolenta e abitudinaria routine teatrale pistoiese, di solito attratta dai grandi nomi e dai vuoti trionfalismi dei soliti noti. Si augura allo spettacolo la fortuna scenica che merita e si invitano gli appassionati del "vero" teatro a soffermarsi su questa rappresentazione che fa bene al cuore …


Giuseppe Tesi
 Valentina Sperlì
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sabato 4 ottobre 2014

Assisi


"Cio' che mi sembrava amaro, mi fu cambiato in dolcezza d'anima e di corpo"
S. Francesco