lunedì 29 dicembre 2014

domenica 26 ottobre 2014

"Maledetto nei secoli dei secoli l'amore"



Teatro Bolognini Pistoia ,  dal 22 ottobre al 2 novembre 2014

"Non è la nostra tempra che è così forte ... Il nostro cuore è fortissimo. E’ forte perché aspetta sempre. Cosa aspetti non si sa … è sanissimo. Ingoia tutto, manda giù tutto, i distacchi, la solitudine, i veleni, i pensieri angosciosi, gli anni orribili. E’ il cuore che è forte … il cuore" . La riflessione di Natalia Ginzburg, potrebbe spiegare e chiosare lo spettacolo portato in scena da una Valentina Sperlì disincantata, determinata e tuttavia non priva di candore. La regia incisiva di Renata Palminiello, di un testo non conosciutissimo di Carlo D’Amicis , egregio per qualità di scrittura e argomento fanno sì che l’ultima produzione dell’Associazione Teatrale Pistoiese con estrema semplicità di realizzazione risulti una delle migliore degli ultimi anni. Una donna, Lady Mora, professione chiromante, si trova al capezzale del letto del cugino negli ultimi istantiunica erede e testimone di una vita passata in un quartiere popolare romano, Centocelle. La scena vuota, la scenografia di Tobia Ercolino asettica, le luci di Emiliano Pona fredde, unico sottofondo il battito cardiaco, ospitano un’infinità di personaggi che Valentina riesce a farci vedere, grazie a suoi gesti ben misurati, ad una voce ben dosata, ad una sensualità ironica e superba. E’ il palpito, la confessione di una amore parentale proibito, non consumato, respinto, ma profondamente desiderato nei meandri del cuore, di lei professionista dell’occulto, maga del popolo, che solo nell’atto finale , riesce a confessare e a tradurre quel sentire che sino allora aveva visto negli occhi degli altri, prediligendolo per mestiere, ma mai compiutamente vissuto. All’apice della piéce la splendida voce di Mina con "Un estate fa" trasmessa dal cellulare che la donna fa emergere nello spazio vuoto, riportano il discorso lontano, alla stagione prima , quanto lei respinge la favola, che adesso la fa vivere. A Lady Mora non resta che addormentarsi vicino al cugino sognando ciò che poteva essere e non è stato.

I monologhi sono rischiosi da portare in scena , hanno scarsa attitudine commerciale, di solito non attirano l’attenzione dei grandi circuiti. Questo lavoro coraggioso, con la sua originalità si è imposto nella sonnolenta e abitudinaria routine teatrale pistoiese, di solito attratta dai grandi nomi e dai vuoti trionfalismi dei soliti noti. Si augura allo spettacolo la fortuna scenica che merita e si invitano gli appassionati del "vero" teatro a soffermarsi su questa rappresentazione che fa bene al cuore …


Giuseppe Tesi
 Valentina Sperlì
,

sabato 4 ottobre 2014

Assisi


"Cio' che mi sembrava amaro, mi fu cambiato in dolcezza d'anima e di corpo"
S. Francesco

sabato 26 luglio 2014

venerdì 11 luglio 2014

L’arte è una bugia che ci fa realizzare la verità.

 
Alessandro Paiano fotografato da Manel Ortega

 

martedì 1 luglio 2014

Addio Maria Luisa !

Lo spazio magico

Ecco lo spazio magico in cui niente si è detto
ma il senso affiora da nebbie di preistoria.


Dormiamo in case lontane chilometri
ma i nostri sogni si congiungono in alto.

E’ così perfetta l’attesa (o l’intesa)
che sarà peccato trasformarla in parole.
Dovremmo preferire alla vita il silenzio
anche se questo silenzio è quintessenza della vita? 

Maria Luisa Spaziani
Torino, 7 dicembre 1922 – Roma, 30 giugno 2014

venerdì 18 aprile 2014

Rosso Fiorentino 1521

 
 
Rosso Fiorentino, Deposizione, Pinacoteca e Museo Civico, Volterra, 1521

venerdì 7 marzo 2014

Hanno questo di proprio le opere di genio, che, quando anche rappresentino al vivo la nullità delle cose, quando anche dimostrino evidentemente e facciano sentire l’inevitabile infelicità della vita, quando anche esprimano le piú terribili disperazioni, tuttavia ad un’anima grande, che si trovi anche in uno stato di estremo abbattimento, disinganno, nullità, noia e scoraggimento della vita o nelle piú acerbe e mortifere disgrazie (sia che appartengano alle alte e forti passioni, sia a qualunque altra cosa), servono sempre di consolazione,  raccendono l’entusiasmo; e non trattando né rappresentando altro che la morte, le rendono, almeno momentaneamente, quella vita che aveva perduta.

G. Leopardi

giovedì 6 marzo 2014

 

"Il teatro di Giuseppe Tesi è sempre concentrato sulla rappresentazione della dis-topia piccolo-borghese sospesa in un tempo la cui memoria impedisce alla nostalgia di diventare il presente di Esserci Ora.”

"L’Impero dei sensi di colpa, si presta a una rappresentazione capace di descrivere un microcontesto, un’esperienza di vita in cui l’influsso della morale assume un significato oppressivo e frustrante … Tesi ha scelto questo testo, partendo sicuramente dalla miriade di input in linea con la sua poetica, da sempre interessa allo scavo atto a far affiorare il marcio là dove non ce lo aspetteremmo"

Claudia Placanica

mercoledì 12 febbraio 2014

Amelia - Priscilla , in "Impero ..." un' intensa interpretazione ...

Priscilla Baldini fotografata da Elena Bernardini.

martedì 7 gennaio 2014

On stage teatro: L'impero dei sensi di colpa



La compagnia Electra teatro porta sul palco di Officina Giovani lo spettacolo L'impero dei sensi di colpa

Cosa può accadere quando una bomba risalente alla Seconda Guerra Mondiale viene rinvenuta, inesplosa, dentro al consueto divenire della vita di ogni giorno? Un ordigno capace di sconquassare le vite dei tre protagonisti della pièce dell'autore romano Duccio Camerini e che porta ciascuno di loro a riscoprire, o a farci i conti per la prima volta, una dimensione nomade o eremitica, asociale o denudante. E così, lo spettacolo stesso dal titolo evocativo L'impero dei sensi di colpa si carica di una tensione tutta interiore che sembra provenire e ricondurre l'io a un mondo altro, un universo vastissimo celato nel più profondo dell'animo umano che grida disperatamente la necessità di una fuga vorticosa, mozzafiato verso una libertà di esistere e di essere tanto desiderata, quanto forse impossibile da raggiungere e perpetrare. 

Nel dare forma a questa remota, ma ineludibile voce, il regista fiorentino Giuseppe Tesi ha tratteggiato le figure dei tre protagonisti con contorni vividi e intensi, ironici e disincantati, persi in una foschia di sentimenti e paure, in una terra di nessuno dove si incontrano le pulsioni vere dell'io e il timore della loro realizzazione.