Ho apprezzato l'intervista rilasciata da Sacchettini sul Tirreno ieri (16 luglio 2012), per vari motivi. Fa riferimento al Teatro che ha la sua origine nella piazza greca della Polis, luogo privilegiato della Cultura. E’ scritto in italiano corretto. Lascia intendere la volontà di un recupero della Saletta Gramsci. Potrebbe essere quest’ultimo il fulcro di un'operazione interessante. Uno spazio aperto a sinergie diverse del territorio. Si annida un sospetto però. Che una volta recuperato lo spazio questo divenga ulteriore feudo elitario per intimi, per coloro che vantano un pedigree di “bandiera”. Come se la cultura si vivificasse unicamente nell'egualitarismo, nella condivisione, nella ripartizione, come se bastasse questo. Sono convinto del contrario. La Cultura forma, cambia, eleva, unisce. Permette di possedere un individualismo ed un senso critico soggettivo. Concede all’uomo uno dei diritti irrinunciabili ed inalienabili, sanciti dalla nostra “Carta”, ma prima ancora rintracciabili proprio nella Polis a cui Sacchettini fa riferimento, il diritto alla libertà e alla convivenza democratica di pensieri e convinzioni anche opposte. Pertanto ben venga un restauro della Saletta, convinto che il luogo, intriso di misticismo e di storia, possa divenire lo spazio privilegiato di tutte le “Arti”, bottega, laboratorio, scenario, dove l’appartenenza ad un’area specifica, lasci il posto alla qualità, al merito, che come ben sappiamo, non hanno colore.
Giuseppe Tesi
martedì 17 luglio 2012
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