venerdì 17 settembre 2010

RECENSIONE A CURA DI RENATA REBESCHINI
























Come sempre per godere del teatro bisogna...conoscere il teatro. Un pensiero che viene immediato guardando O.W. Come Oscar Wilde, lo spettacolo che Giuseppe Tesi ha portato in scena con la Compagnia che da anni dirige e di cui è chiaramente l'anima. Un'idea coraggiosa, anche rischiosa, quella di produrre l'uomo, le opere, i giorni per parlare di Oscar Wilde, facendone un puzzle le cui tessere, pian piano, si incastrano fino ad arrivare alla conclusione...o non conclusione...non solo dello spettacolo ma anche di una vita.
Una raffinata intuizione, messa in scena con misura e con provocazione, con umanità e con rabbia, con tensione e delicatezza. Parlare dell'animo umano, entrare nell'intimità di un genio come Wilde non è facile; la sua arte, la sua cultura, la sua continua sfida alla società del tempo, che forse è quella di tutti i tempi, le sue idee, le sue tensioni vengono gettate in pasto al pubblico senza rete; un pubblico seduto (non comodamente!) su poltrone roventi.
C'è un processo in cui ognuno si sente un po' giudice e un po' imputato, ci sono brani di vari scritti (il ritratto di Dorian Gray) e commedie (Salomé) di Wilde, una lezione di teatro carica di parole e di simbolismi spiazzanti, in cui è assolutamente necessario mantenere un'attenzione spasmodica per non perdere una sola battuta per non rischiare di perdersi nel continuo gioco di variazioni e trasposizioni.
A volte ci si sente spiazzati, si vorrebbe una pausa per elaborare quanto sta succedendo, per scuotersi di dosso l'erotismo che ci stordisce, l'indignazione che ci pervade, l'incredulità che ci fa sentire tutti scomodi colpevoli.
Anche la scelta delle musiche, pure loro un puzzle di pezzi i più diversi, eppure incuneati nel posto giusto, ha creato la giusta suggestione nell'animo dello spettatore, sempre in tensione, fino alla fine, fino alla voce che sfuma, alla musica che si smorza lentamente, alle luci sempre al servizio delle emozioni, che si vanno a spegnere.
La cultura e la raffinatezza di Giuseppe Tesi l'hanno portato a rischiare...ma d'altronde se non si rischia con un grande giocatore come Oscar Wilde!

Renata Rebeschini
Direttore Artistico Teatro della Gran Guardia Padova
Presidente I.S.D. Teatro Ragazzi

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